Il CBD come potente antibiotico in grado di ucciderete alcuni batteri resistenti. La scoperta arriva dall’Australia, dove i ricercatori della University of Queensland insieme alla società Botanix Pharmaceuticals Ltd hanno sperimentato il cannabidiolo e riscontrato effetti di miglioramento in alcuni batteri difficili da combattere con i medicinali tradizionali. La ricerca non è ancora stata pubblicata ma i risultati sono stati presentati nel corso del congresso annuale dell’American Society for Microbiology a San Francisco.
CBD COME ANTIBIOTICO: I RISULTATI DEL TEST
Guidati dal capo-ricercatore Mark Blaskovich, gli scienziati hanno verificato che il CBD è in grado di sconfiggere batteri resistenti della famiglia dei Gram-positivi, come lo stafilococco aureo (che causa anche la polmonite) e l’enterococco faecalis (responsabile di infezioni alle vie urinarie). Essi sono difficili da trattare e, solitamente, i pazienti che ne sono affetti usano medicinali come la penicillina la meticillina. Ebbene applicando il CBD, il gruppo ricerca ha rilevato miglioramenti curativi. Infatti oltre a neutralizzare i pericolosi batteri ha distrutto anche la biopellicola dei microrganismi che, con i medicinali tradizionali, è difficile da eliminare. Rispetto ai normali antibiotici poi il cannabidiolo si è dimostrato efficace anche nei successivi 20 giorni, quando i batteri possono opporre resistenza. "Dati gli effetti antinfiammatori documentati dal cannabidiolo, i dati esistenti sulla sicurezza nell'uomo e il potenziale per varie vie di consegna, è un nuovo antibiotico promettente che merita ulteriori indagini", ha affermato Blaskovich. “La combinazione delle attività antimicrobica e infiammatoria nelle infezioni-ha spiegato- rendono il cannabidiolo particolarmente interessante”. Però non è possibile affermare con certezza l’efficacia del trattamento, dato che è stato applicato solo localmente sopra delle infezioni cutanee di un campione di topi.
GLI ULTIMI STUDI SULLA CANNABIS TERAPEUTICA
Non è la prima volta che si fanno esperimenti per testare la capacità antibatterica della cannabis. Già nel 2008 uno studio firmato dal Crea-Cin di Rovigo, dall'Università del Piemonte Orientale di Novara e dalla School of Pharmacy di Londra, evidenziò che i cannabinoidi sono in grado di annientare i batteri dello stafilocco. Fra le ricerche recenti sulla cannabis, quella dell’Università del Quennsland si è dimostrata una delle più innovative dato che ha trattato il tema dei batteri. Per la comunità scientifica rappresenta un passo avanti con promettenti sbocchi.
Matteo Melani