Cannabis e patente, i pazienti scrivono alle istituzioni

Cannabis e patente, i pazienti scrivono alle istituzioni

Una lettera inviata alle istituzioni per tentare di spiegare che, nella riforma del Codice della Strada, si sono dimenticati dei pazienti cannabis

Non c’è pace per i pazienti che usano la cannabis per trattare le proprie patologie, che si sentono abbandonati da uno Stato che, davanti alle loro sofferenze, ha girato la testa dall’altra parte. Il fatto, che qui su Cannabisterapeutica.info discutiamo da mesi senza che nessuno dalle istituzioni si sia degnato di intervenire, è la riforma del Codice della strada, che porterà i pazienti che devono utilizzare cannabis per trattare la propria patologia, a non poter più guidare la propria automobile.

Positività al THC e alterazione alla guida

Il motivo è il fatto che la riforma prevede che basti la positività al THC (o agli altri stupefacenti) per vedersi coinvolti in un processo penale e vedersi revocata la patente, con sospensione di 3 anni. Insomma: non è più necessario che venga provata l’effettiva alterazione psicofisica alla guida da parte del conducente. Il problema, come è stato sottolineato più volte negli ultimi mesi, è che l’effetto del THC svanisce dopo poche ore, mentre la molecola rimane nel nostro corpo per più giorni. E quindi toglieremo patenti a pazienti perfettamente in grado di intendere e di volere, ma che saranno magari positivi per aver assunto la propria terapia, prescritta da un medico, la sera prima. 

Cosa dicono gli studi e la Cassazione

Si tratta di una legge che rischia di essere anticostituzionale, perché già nel 2019 la Cassazione in una sentenza ha scritto che è necessario provare l’alterazione del conducente alla guida, e che quindi la sola positività non basta, e che è antiscientfica. Sono diversi, infatti, gli studi che mostrano come l’assunzione di cannabis medica, non alteri le capacità di guida. L’ultimo studio di questo tipo è stato pubblicato a febbraio 2024 e ha testato le capacità di guida di 40 pazienti con un simulatore, dopo che avevano assunto la terapia prescritta loro da un medico.  

La lettera dei pazienti

In un momento così delicato, con la legge che dovrebbe entrare in vigore entro la fine dell’anno, l’associazione Tutela Pazienti Cannabis Medica ha preso carta e penna e ha scritto al Presidente della Repubblica Mattarella, al ministro dei Trasporti Salvini, a quello della Salute Schillaci, al presidente della Camera Fontana e agli altri parlamentari evidenziando che: “Non è stato preso in considerazione chi, a causa delle condizioni di salute (il più delle volte per patologie o comorbilità gravi o molto gravi) assume cannabis ma non per sentirsi “alterato” ma per una prescrizione medica”, scrivono specificando che: “L’assunzione di cannabis consente a queste persone malate di avvicinarsi ad una esistenza lontana dal dolore o dal tremore e, comunque, di avere un grado di autonomia che le pone in condizione di non dipendere grandemente dalla assistenza privata ma soprattutto pubblica con ingente risparmio di risorse di tutti”. 

E quindi l’associazione “chiede che il Presidente della Repubblica On. Le Mattarella, il Parlamento, Governo e ogni singolo Parlamentare vogliano con urgenza provvedere a integrare la disciplina della guida di veicoli esentando coloro che fanno uso di cannabis per uso medico da ogni sanzione nel rispetto degli artt.li 2, 3 e 32 della Costituzione”.

 

3 dicembre 2024
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