Fino ad oggi molti studi sulle possibili conseguenze sulla mente dell’utilizzo di cannabis difettano di consistenza e dimensioni del campione preso in esame. Le metodologie usate per questo genere di ricerche con forte componente sociale e individuale sono spesso messe in discussione e smentite da studi successivi. Il Washington Post riporta un noto studio della Duke University che viene smentito da una ricerca del University College of London su 2.600 ragazzi dell’area di Bristol ai quali si è esaminato il quoziente intellettivo a 8 e 15 anni. Lo studio del 2012 propugnava la tesi secondo cui esisteva una relazione diretta fra uso intensivo di cannabis e declino del quoziente intellettivo fra gli adolescenti.
Molti studi non tengono conto dei numerosi fattori che influenzano le abitudini ed eventualmente la capacità di apprendimento degli adolescenti. La nuova ricerca non ha trovato, testualmente, “nessuna relazione fra utilizzo di cannabis e riduzione del QI all’età di 15 anni, tenendo in considerazione gli altri fattori di disturbo come l’uso di alcool, tabacco, educazione e rapporto con scuola e famiglia”, mentre ha rilevato una relazione diretta fra declino del QI e uso di alcol.
Lo studio inglese, parte del The Avon Longitudinal Study of Parents and Children, rileva un punteggio scolastico leggermente più basso negli adolescenti assidui consumatori di cannabis, ma l’autrice Claire Mokrysz sottolinea come l’opinione diffusa sulla cannabis abbia distratto l’attenzione da consumi e comportamenti più pericolosi e frequenti fra i giovani, che riguardano l’utilizzo di sostanze legali e facilmente disponibili. Queste sono spesso associate alla cannabis all’interno dello stile di vita dei giovani, ma possono risultare molto più rilevanti negli effetti neurologici e psicologici.
Posizione sostenuta anche da Guy Goodwin dell'Università di Oxford che ha spiegato come: "L'attuale attenzione sui presunti danni della cannabis potrebbe oscurare il fatto che il suo uso è spesso correlato con quella di altri farmaci o droghe ancora più facili da reperire e con lo stile di vita. Questi fattori possono essere importanti tanto quanto la cannabis, se non di più". Tuttavia lo studio inglese ha anche trovato delle prove di capacità educative leggermente compromesse tra i consumatori più pesanti di cannabis. Questo gruppo di studenti ha segnato un punteggio inferiore di circa il 3% negli esami scolastici eseguiti all'età di 16 anni, anche dopo l’aggiustamento dei fattori confondenti.
Molti media inglesi riportano la notizia di questo studio, fra cui l’Independent e la BBC. In sintesi, tutti sottolineano i rischi di una riduzione del rendimento scolastico ma riconoscono che l’utilizzo occasionale non ha determinato abbassamento delle facoltà cognitive. Tornando oltreoceano, il Washington Post pubblica anche questi dati di cronaca sulla riduzione dei reati commessi da minori dopo la depenalizzazione della cannabis in California.
Stefano Mariani