Cannabis, carenza e autorizzazioni ai privati: nel paese in cui tutto cambia per rimanere com'è, è arrivato l'ennesimo annuncio del governo che cerca di rassicurare i pazienti spiegando di essere al lavoro per incrementare la produzione di cannabis medica.
Si tratta di uno dei problemi in cima alla lista per i pazienti, quello della scarsa fornitura di cannabis che non permette loro di mantenere la continuità delle cure, vista la carenza del medicinale. E' un problema che si ripresenta in forma ciclica e che non è mai stato risolto: dopo la grande carenza di fine 2017, in cui ci sono stati almeno due mesi in cui le forniture di tutti i tipi di cannabis furono interrotte, oggi affligge alcune regioni e soprattutto riguarda alcune varietà, che sono sempre. più difficili da reperire.
In Italia il fabbisogno per i pazienti supera ormai i 1000 kg l'anno dei quali, nonostante gli investimenti, solo 200 vengono attualmente prodotti a Firenze, il resto viene importato dall'estero. Oggi la produzione italiana di cannabis medica è in regime di monopolio ed è stata affidata allo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, e sono passati quasi due anni da quando il ministro della Salute Grillo, aprì alla possibilità di autorizzare aziende private per sopperire alla carenza, anche senessun passo concreto è stato fatto.
Di recente c'è stata un'interrogazione parlamentare a firma di Giuditta Pini del PD, in cui si chiedevano al governo delle risposte certe sui "tempi per l'emanazione del decreto che consente la coltivazione nonché la trasformazione della cannabis medica anche ad altri enti o imprese (oltre allo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze), in modo tale da garantire l'accesso alle cure a tutti i malati che ne abbiano fatto richiesta, considerato che al momento attuale purtroppo questo non è garantito".
Come riportato da quotidianosanità.it, la risposta è la seguente: "Al fine di garantire l'accesso alle cure a tutti i malati che necessitano della cannabis a uso medico, sono in corso contatti con il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali affinché lo stesso, assicuri la fornitura allo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze della quantità necessaria ad incrementare la produzione nazionale di sostanze e preparazioni di origine vegetale a base di cannabis per fini di cura, nel rispetto della normativa vigente. Ove l'iniziativa in questione dovesse richiedere tempi incompatibili con le esigenze di cura, il Ministero si riserva di valutare l'opportunità di individuare, nelle forme di legge, gli enti o le imprese da autorizzare alla coltivazione ed alla trasformazione di cannabis, fatte salve le misure di garanzia e di controllo finalizzate ad assicurare che la produzione aggiuntiva sia utilizzata in via esclusiva a fini terapeutici".
Ricordiamo che di recente il dottor Giampaolo Grassi, primo ricercatore del CREA-CIN di Rovigo, l'ente che fornisce le talee allo Stabilimento di Firenze per la coltivazione, aveva sottolineato che il progetto del CREA non era stato finanziato e che quindi, senza la produzione di talee, la produzione nazionale di cannabis sarebbe stata a rischio.
Avevamo allora raggiunto telefonicamente il colonnello Antonio Medica, direttore dello Stabilimento, per chiedergli conto della situazione e la risposta era stata che non ci sarebbero stati problemi e che lo stabilimento avrebbe comunque portato avanti i progetti in essere con l'obiettivo di aumentare la produzione nel 2020.
La speranza è che le istituzioni possano trovare la soluzione più adatta, che possa implementare un settore che si sta rivelando strategico a livello internazionale, ma che lo facciano soprattutto nell'interesse delle migliaia di pazienti che da anni attendono una risposta concreta.
Mario Catania