Sono sempre di più gli anziani che utilizzano la marijuana per curare i propri problemi di salute. A dirlo è una ricerca condotta dalla Colorado University che evidenzia un aumento tra gli utenti sopra i 65 anni, la fascia di età che, rispetto alle altre, ha registrato una crescita più forte con un’impennata del 10% negli ultimi tre anni. I derivati della cannabis rappresentano un’alternativa alle medicine tradizionali nel trattamento di artrite, Parkinson e dolore cronico.
CANNABIS, ANZIANI E PATOLOGIE
“Gli anziani richiedono la cannabis per diverse ragioni”, ha spiegato Hillary Lum, ricercatrice della Colorado University e coautrice del rapporto. “Infatti - ha detto - c’è chi la assume per curare l’ansia o gli attacchi di panico; chi invece per alleviare i sintomi del morbo di Parkinson o l’artrite”. I disturbi per i quali vengono maggiormente richiesti medicinali con il THC sono per il trattamento dell’artrite e del mal di schiena, poi della depressione. Circa il 45% degli intervistati ha riferito di aver usato cannabis nell'ultimo anno. Di questi, il 54% ha affermato di usare marijuana sia a livello medico che ricreativo. Coloro che hanno usato marijuana a scopo medico hanno avvertito un miglioramento della salute generale: dalla riduzione dei dolori fisici fino a una maggiore capacità autonomia delle attività quotidiane come mangiare, lavarsi o vestirsi.
L’efficacia delle cure a base di canapa sugli anziani ormai è stata dimostrata. L’ultimo studio effettuato dall’Università Ben-Gurion in Israele che ha coinvolto un gruppo di 2736 pazienti di età superiore a 65 anni (età media 74,5 anni) ha rilevato che, oltre ai miglioramenti delle condizioni cliniche, molti hanno smesso di usare gli analgesici oppiacei o ne hanno ridotto la dose.
MA RESTANO I PREGIUDIZI
Nonostante il Colorado sia il primo ad aver legalizzato la cannabis sia per uso ricreativo che terapeutico, diversi intervistati hanno spiegato che fanno ancora fatica a procurarsela. Il motivo risiede nel rapporto tra medico e paziente. Molti professionisti, ancora legati ai vecchi tabù, si rifiutano di prescrivere ricette di prodotti che contengono il principio attivo della marijuana; dall’altro alcuni malati si sentono in imbarazzo a chiederli. Così finiscono per rivolgersi al mercato nero.
Matteo Melani