La storia di Carlotta, affetta da sindrome di Ehlers-Danlos e il suo percorso di cure con la cannabis
La cannabis per gestire il dolore cronico e neuropatico senza avere effetti collaterali: è la testimonianza di Carlotta, soprannominata "Zebra Carlotta", affetta da neuropatia delle piccole fibre e da una sindrome rara che prende il nome di Ehlers-Danlos.
La zebra e le malattie rare
“Se stai camminando per Greene Street e senti un rumore di zoccoli dietro di te, non voltarti aspettandoti di vedere una zebra. Aspettati un cavallo”. Era la frase che il Prof. Theodore Woodward, docente di Medicina presso l’università del Maryland e candidato premio Nobel per i suoi studi sul tifo e sulla febbre tifoide, era solito dire ai suoi studenti durante il corso di Clinica Medica. Il senso era quello di comunicare ai propri studenti che, davanti al "rumore" di una patologia, o al nascere di un sintomo, è meglio pensare all’ipotesi diagnostica più probabile e frequente, piuttosto che a quelle meno comuni. Ma, così come nel mondo animale esistono anche le zebre, i cui zoccoli fanno lo stesso rumore di quelli del cavallo, in medicina esistono le malattie rare.
La testimonianza di Carlotta
"Ho una malattia genetica rara, la sidrome di Ehlers-Danlos di tipo ipermobile e un'altra malattia che è la neuropatia delle piccole fibre", spiega infatti Carlotta raccontando che le due patologie le causano "doloricronici, articolari e muscolari e dolore neuropatico che si manifesta in vari modi".
"Per cercare di calmare questi dolori ho provato tanti farmaci che però, o non mi facevano effetto, oppure mi portavano effetti collaterali, come gli oppiacei. Quindi l'unico farmaco che posso prendere per i dolori è il cortisone. Purtroppo però per la sindrome di Ehlers-Danlos il cortisone è controindicato perché tende ad aggravare la malattia".
La soluzione? "Per evitare di prendere un dosaggio troppo alto di cortisone, assumo la cannabis terapeutica". Carlotta racconta di aver iniziato ad assumerla tramite olio, utilizzando le varietà Bedrocan e Bediol. "Le gocce", puntualizza Carlotta, "facevano effetto sul dolore però mi peggioravano dei problemi gastrointestinali e quindi non ho abbandonato la cannabis, ma ho cambiato metodo di assunzione".
"Da quasi 4 anni vaporizzo le infiorescenze di Bedrolite e di Bedrocan, due volte al giorno. Attraverso la vaporizzazione la cannabis fa subito effetto perché entra subito in circolo, però la durata pè inferiore rispetto alle gocce. Nonostante questo, anche se la durata è inferiore, sta di fatto che la cannabis mi aiuta a gestire meglio questi dolori e quindi mi permette anche di assumere un dosaggio non elevato di cortisone. Per la mia persoanle esperienza posso dire che la cannabis non mi dà nessun effetto collaterale e mi aiuta sia nel dolore cronico che in quello neuropatico".