In Trentino Alto Adige non c'è una legge regionale che disciplini la disperazione di cannabis a livello medico: l’unico provvedimento è una delibera della provincia autonoma di Trento del 31 maggio 2016 che prevede la prescrizione a carico del servizio sanitario provinciale per 3 condizioni mediche: “analgesia nella spasticità associata a dolore nella sclerosi multipla resistente ad altri trattamenti e nelle lesioni midollari e l’analgesia nel dolore neuropatico o nel dolore oncologico terminale”.
A giugno una mozione del Movimento 5 Stelle chiedeva che le farmacie comunali potessero fare informazione sull'accesso allle terapie con cannabis, che attualmente non si trova nei negozi gestiti dalla spa gestita per oltre il 95% dal Comune di Trento, malgrado la mission sociale sia chiara: "erogare un servizio pubblico". La vicenda era nata dal fatto che recentemente la Cassazione ha respinto il ricorso presentato da un uomo, processato a Trento, per coltivazione di piante di cannabis, cui la Corte d'appello non aveva riconosciuto il diritto all'assunzione di cannabis terapeutica. L'avvocato e militante radicale, Fabio Valcanover, che sostiene la mozione del M5S, aveva deciso di presentare ricorso per vedere riconosciuto il suo diritto alla salute e poche settimane fa aveva anche reso nota la difficoltà a reperire la cannabis terapeutica nelle farmacie comunali del capoluogo.
Intanto, secondo trentotoday.it, sono 52 i pazienti della città a cui è garantita la fornitura di preparazioni a base di cannabis per uso medico. Un numero che potrebbe aumentare, ampliando la concedibilità a titolo gratuito delle preparazioni.
La situazione è emersa dalla risposta che l'assessore provinciale alla Salute, Luca Zeni, ha dato ad una interrogazione del consigliere Maurizio Fugatti (Lega Nord), il quale aveva sollecitato la Giunta ad intervenire sul prezzo di vendita al pubblico fissato per la cosiddetta cannabis terapeutica, stabilito dal ministero della Salute con il Decreto pubblicato lo scorso 3 giugno. Una situazione che penalizzava i farmacisti, oltre che i pazienti, perché il prezzo della cannabis alla vendita è inferiore a quello richiesto dai distributori per la sostanza. Il costo della cannabis sul mercato si aggira sui 12 euro al grammo, al quale va aggiunto il costo del lavoro di preparazione, mentre il costo fissato dal ministero per la vendita in farmacia è di 9 euro al grammo, obbligando le farmacie a lavorare in perdita con la conseguenza che molte stanno smettendo di distribuirla.
Zeni ha rassicurato tutti precisando che l'Azienda provinciale per i servizi sanitari è stata autorizzata a rimborsare ai farmacisti il prezzo di acquisto della cannabis, per un importo superiore a quello stabilito dal ministero, comprensivo di onorario professionale e diritto addzionale per gli stupefacenti.
Redazione di cannabisterapeutica.info