Sophie Isabella Ryan (nella foto con la mamma) ha 10 mesi di vita e sta vincendo la sua lotta contro il cancro con la chemioterapia associata a cannabinoidi. Nel giugno 2013 i medici le hanno diagnosticato una forma rara e inoperabile di glioma del nervo ottico. Sophie ha subito un’operazione chirurgica per rimuovere una ciste ed effettuare una biopsia del tumore. Oggi segue un protocollo chemioterapico di 13 mesi che termina nel novembre 2014, ma all’inizio della cura i medici hanno avvertito i genitori di Sophie che le probabilità di successo erano scarse.
Tracy e Josh Ryan hanno capito che la medicina convenzionale non offriva a loro figlia molta speranza e hanno quindi deciso di affiancare al ciclo di chemio una cura con THC e CBD. Giunti oggi quasi al termine della fase chemioterapica, la reazione dell’organismo di Sophie è stata eccezionalmente positiva. Questo caso clinico è documentato insieme a quello di Chico Ryder, guarito dal rabdomiosarcoma, nel documentario “Weed the People” di Ricki Lake e Abby Epstein, in prossima uscita. La lotta di Sophie contro il glioma è anche pubblicata sulla sua pagina Facebook. La mamma Tracy Ryan è oggi un’attivista a favore dei trattamenti pediatrici con i derivati della cannabis.
I cannabinoidi vengono assunti da Sophie separatamente tramite due diversi estratti per consentire al THC di legarsi al recettore CB1 e al cannabidiolo di agire sul recettore CB2 evitando che i due principi attivi possano generare effetti antagonisti fra loro. La terapia ha previsto un progressivo aumento delle dosi fino a un grammo di estratto concentrato di cannabis al giorno suddiviso in 4 dosi. La quantità di THC somministrata per questa condizione risulta pari al doppio del CBD assunto dalla paziente. Gli effetti collaterali rilevati dai genitori di Sophie sono risultati in un’iniziale sonnolenza, quasi del tutto scomparsa nel corso della terapia.
Al dodicesimo dei 13 mesi di chemioterapia, Sophie continua a mangiare e guadagnare peso, è allegra e i suoi capelli stanno ricrescendo. Gli ultimi test effettuati sui suoi occhi hanno evidenziato netti miglioramenti, smentendo le previsioni di perdita della vista all’occhio sinistro. Dopo 8 mesi di cura la ciste si è ridotta dell’80 percento e il tumore è risultato scomparso nelle ultime analisi. I dottori Bonni Goldstein e Jeffrey Hergenrather hanno testimoniato anche per questo caso un’azione terapeutica, oltre che palliativa, dei cannabinoidi associati alla chemioterapia, mentre gli oncologi del centro ospedaliero dove Sophie è sottoposta ai cicli chemio e alle analisi hanno dichiarato che il tradizionale protocollo chemioterapico non aveva finora ottenuto risultati così positivi su questo tipo di tumori.
Stefano Mariani