Sapete cosa sono stati capaci di scrivere alcuni colleghi, prendendo uno studio americano sui possibili effetti cancerogeni di alcune droghe, e riducendolo all’osso per riuscire a fare scandalo? Che “fumare abitualmente marijuana raddoppia le probabilità di sviluppare un tumore del testicolo, mentre consumare cocaina lo dimezza”. A condurre lo studio sono stati i ricercatori dell’University of Southern California di Los Angeles che stanno cercando di fare chiarezza su un tumore la cui diffusione è in costante crescita e per cui, ancora oggi, non è nota nessuna possibile causa se non il “criptorchidismo”, ossia la mancata discesa nello scroto di uno dei testicoli.
Anche la ricerca, pubblicata sulla rivista “Cancer”, è stata condotta in modo poco scientifico: è stato sottoposto un questionario sull’abituale consumo di droghe a 163 uomini affetti da questo tumore. Già il numero dei campioni è decisamente insufficiente per trarre conclusioni definitive, ma non irrilevante visto che il cancro del testicolo è piuttosto raro: ogni anno, una persona ogni 100mila in età compresa tra i 15 e i 40 anni, ne è colpita. I dati sono stati poi confrontati con quelli ottenuti sottoponendo allo stesso risultato un gruppo di 300 persone sane, ma con le stesse caratteristiche etnodemografiche.
Ne è venuto fuori che gli individui che usufruivano più o meno regolarmente di marijuana, rispetto a chi non ne aveva mai fatto uso, presentavano un rischio quasi doppio di sviluppare questo tumore. «Non sappiamo quale sia il meccanismo attraverso cui la marijuana induca l’insorgenza del cancro dei testicoli», ha spiegato Victoria Cortessis, una delle autrici dello studio: «ipotizziamo, però, che possa agire sul sistema endocannabinoide, il network cellulare che risponde alla sostanza attiva contenuta nella marijuana, che svolge un importante ruolo nella formazione dello sperma». Stranamente però risulta dallo stesso studio che l’assunzione di cocaina può ave re un effetto protettivo contro questo tumore. Nello specifico elaborando i dati ottenuti dai questionari, chi aveva fatto un uso più o meno regolare di cocaina, aveva “dimezzato” le probabilità di ammalarsi. Per gli autori della ricerca la spiegazione potrebbe essere semplice: la cocaina è in grado di uccidere le cellule che producono lo sperma, quelle da cui spesso ha origine il cancro del testicolo.
In conclusione Corsessis dichiara, «le cellule germinali non possono sviluppare il cancro se sono state prima distrutte. In ogni caso, servono ulteriori studi per confermare i risultati». Non ho, nello specifico, i questionari e tutti i risultati per le mani, ma una domanda mi sorge spontanea: questi soggetti che si sono ammalati di cancro ai testicoli, a parte le droghe consumate, che stile di vita hanno tenuto prima di scoprire la loro patologia? In che ambienti sono cresciuti? A Gela, città siciliana, c’è il tasso più alto al mondo di ipospadia (malformazione congenita dovuta a un incompleto e anomalo sviluppo dell’uretra e del pene). Immaginate che risultati spaventosi potrebbero risultare da una ricerca sui danni provocati dall’uso delle droghe tra i cittadini di quella città.
Spero tanto che questo studio non si effettui mai, per evitare di sprecare soldi, dato che la causa di tutti i danni alla salute dei cittadini di Gela, per un buon 80%, sono provocati dal “petrolchimico” e dagli agenti inquinanti che esso genera. Dovremmo fumare marijuana a chili per ottenere gli stessi danni provocati dal respirare i fumi emessi dalle ciminiere che ammorbano la nostra aria; non occorrono stu- di specifici per capirlo.
Redazione
Pubblicato su Dolce Vita n° 43 - Novembre/Dicembre 2012