In Canadaun quinto dei bambini affetti dal cancro fa uso di cannabis e sfrutta i benefici già riconosciuti di questa pianta a livello scientifico e internazionale. Ecco i risultati della ricerca scientifica condotta nella provincia canadese di Manitoba.
Cannabis in Canada: quali sono le normative
Mentre in Italia numerosi pazienti sono costretti a interrompere le cure per la difficoltà nel reperire la cannabis, in Canada superano i 35 mila i malati autorizzati dalla legge a coltivare la pianta legalmente per fini terapeutici. in Canada infatti la cannabis medica è legale dal 2001 e già a quel tempo ai pazienti che non potevano permettersi di acquistare cannabis nei dispensari la corte Suprema del Paese diede la possibilità di coltivarla o, se impossibilitati, di nominare una persona che lo facesse per loro. Nel 2014 il governo introdusse una nuova norma nel 2014 che bloccava le licenze e ostacolava pazienti e le piccole coltivazioni in favore di nuovi grandi produttori autorizzati dal governo centrale. Ma, siccome la cannabis prodotta con il nuovo sistema era molto più costosa, alcuni pazienti hanno impugnato la legge e nel 2016 un tribunale federale annullò il divieto di coltivazione per i pazienti. Poi, nel 2017, è arrivata la legalizzazione ricreativa.
Le ricerche scientifiche canadesi
Una maggior apertura nei confronti della cannabis non ha solo migliorato le condizioni dei pazienti che ne avevano bisogno, ma ha anche incentivato la ricerca portando alla nascita di numerosi studi che nei prossimi anni potrebbero portare a piccole e grandi rivoluzioni nel mondo della medicina.
Tra questi lo studio dell’azienda canadese B.C. Cancer, che nel 2019 ha collaborato con il Ministero della Salute canadese avviando il primo trial clinico nazionale per indagare sull’efficacia degli estratti di cannabis nel contrastare i sintomi tipici del tumore e delle cure a cui vengono sottoposti i malati. Oggi, grazie al progredire della ricerca scientifica, circa un terzo dei pazienti oncologici canadesi utilizza la cannabis medica per le proprie cure e lo stesso avviene per un quinto dei malati in ambito pediatrico.
Cancro cannabis e pazienti pediatrici
Nonostante l’interesse nei confronti dell’interazione tra la cannabis e le sue componenti e le cellule tumorali, la letteratura scientifica riguardante nello specifico i reparti pediatrici scarseggia ed è da questa carenza che è nato uno studio realizzato dalla University of Manitoba in collaborazione con la sezione di Ematologia e Oncologia Pediatrica del CancerCare Manitoba e del The Children’s Hospital Research Institute of Manitoba.
“Ci sono dati minimi riguardanti la sicurezza e l'efficacia della cannabis usata come agente antitumorale o per la gestione dei sintomi in oncologia pediatrica. In questo studio abbiamo mirato a caratterizzare la prevalenza e i fattori associati all'uso della cannabis per il trattamento del cancro e la gestione dei sintomi correlati al tumore nei bambini durante o dopo il trattamento del cancro”, spiegano i ricercatori.
I risultati della ricerca condotta in Canada sul cancro nei pazienti pediatrici
La ricerca, intitolata “Medical cannabis in pediatric oncology: a survey of patients and caregivers” e presentata in anteprima all’International Society of Paediatric Oncology Virtual Congress nell’ottobre 2020, si è basata inizialmente su un sondaggio anonimo composto da 40 domande e offerto ai pazienti o ai loro tutori tra l’ottobre 2019 e il marzo 2020.
Dei 64 intervistati, circa il 22% ha confermato l’utilizzo di cannabis e circa la metà dei pazienti l’ha usata per il trattamento del cancro, per la gestione dei sintomi collegati alla malattia o alle terapie o per entrambe le ragioni. In particolare, il consumo di cannabis è stato registrato maggiormente tra i bambini affetti da leucemia (64%) e la maggior parte di loro (56%), al momento del sondaggio, stava ancora ricevendo un trattamento attivo per il cancro. Tutti gli intervistati che hanno confermato l’utilizzo di cannabis hanno riscontrato un miglioramento dei sintomi e delle condizioni. Tra le forme più comuni spicca l’olio, utilizzato dall’86% degli intervistati.
Il 36% dei caregiver, inoltre, ha affermato di procurarsi la cannabis o i suoi derivati grazie ad amici o conoscenti, mentre le informazioni in merito ai trattamenti sono state ricevute in percentuali identiche (pari al 29%) da un altro genitore o da un medico. La spesa mensile, infine, varia ampiamente a seconda dei casi, passando dai 50 ai 500 dollari canadesi.
Ora si attende la convalida di un sondaggio nazionale che possa coinvolgere un campione più ampio di pazienti.
Martina Sgorlon