Uno studio pubblicato ad aprile sul British Journal of Pharmacology spiega che la cannabis possa avere sulle vie aeree un effetto simile a quello di alcuni farmaci per l'asma. Usando campioni di tessuto polmonare umano i ricercatori francesi hanno scoperto che il THC potrebbe bloccare le contrazioni muscolari causate da una molecola chiamata acetilcolina che è responsabile del mantenimento del tono muscolare delle vie aeree e contribuisce anche alle contrazioni negli attacchi di asma.
Come racconta Leafscience, il dottor Donald Tashkin, professore di medicina presso la UCLA ed esperto pneumologo che ha fatto parte del team che per primo scoprì l'effetto della marijuana come un broncodilatatore, ha commentato spiegando che: "I farmaci impediscono all'acetilcolina di legarsi al suo recettore, mentre il THC impedisce all'acetilcolina di essere rilasciata". Il dottore nel 1973 aveva pubblicato uno studio sul New England Journal of Medicine che spiegava come le vie aeree venissero allargate in individui sani e asmatici dopo aver fumato marijuana, in un modo paragonabile a quello che poteva essere ottenuto con un broncodilatatore standard del tempo.
Studi seguenti hanno provato ad analizzare degli inalatori di THC, mentre i ricercatori hanno infine concluso che il fumo era la migliore via di somministrazione. Il problema è che la combustionecontiene un sacco di componenti nocivi che sono irritanti per il tessuto respiratorio e potrebbero portare ad una risposta infiammatoria e il lavoro del dottor Tashkin sull'argomento si è concluso ben prima che i vaporizzatori diventassero popolari come alternativa. Secondo lui, in teoria, potrebbero funzionare: "Non so se qualcuno ha mai studiato l'effetto del THC vaporizzato sulla muscolatura liscia bronchiale, ma la mia ipotesi è che essa porterebbe a broncodilatazione". Eppure, il dottor Tashkin ritiene che, considerando la disponibilità di altri farmaci, non ci sia la necessità di vaporizzare cannabis per curare l'asma.
Redazione Cannabisterapeutica.info