Approvato il decreto sicurezza: la cannabis light diventa illegale

Approvato il decreto sicurezza: la cannabis light diventa illegale

Il decreto sicurezza, approvato nella serata di venerdì, entrerà in vigore 24 ore dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale

Il decreto Sicurezza, approvato nella serata di venerdì, entrerà in vigore 24 ore dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale, previsto in questi giorni. Da quel momento le infiorescenze di canapa sotto i limiti di legge italiani ed europei, saranno comunque considerate come uno stupefacente

Per mesi le associazioni di categoria del settore canapa, insieme a quelle agricole più in generale, alla politica e alla società civile, hanno cercato un dialogo con il governo per sottolineare l'assurdità di questo provvedimento, in un momento in cui i dazi imposti dagli Usa rischiano di creare non pochi problemi al sistema agroalimentare italiano. Mesi di conferenze, anche alla Camera dei deputati, incontri, e comunicati per trovare una quadra, con il governo che ha scelto di non ascoltare e andare dritto per la sua strada. 

Le reazioni del settore sono state dure, specialmente da agricoltori e commercianti che, da un giorno all'altro, visto l'utilizzo della decretazione d'urgenza, si troveranno nei magazzini e ei negozi un quantitativo variabile di prodotto che, improvvisamente, sarà considerato come uno stupefacente. 

Cannabis light: un mercato da 2 miliardi di euro

Secondo lo studio recente realizzato da MPG Consulting e commissionato da Canapa Sativa Italia, la cannabis light italiana genera ad oggi 2 miliardi di impatto economico, tra diretto e indiretto, e oltre 20mila posti di lavoro a tempo pieno. Numeri che, in un momento economico tanto delicato, avrebbero imposto una riflessione - come richiesto dalle più grandi associazioni agricole come Confagricoltura, Cia, Copagri e Coldiretti - che però non è arrivata.  

"In questo clima di incertezza, invitiamo tutti gli operatori del settore a mantenere la fiducia e a continuare a operare. Le nostre associazioni sono già in prima linea nella preparazione di azioni legali urgenti – inclusi ricorsi ex art. 700 c.p.c. per ottenere la sospensione cautelare – e nella definizione di protocolli di conformità che garantiranno il rispetto della normativa europea. È imperativo che il Governo apra un tavolo di confronto, ascolti le voci degli imprenditori e riveda questo provvedimento disastroso, perché nessun cittadino, nessun imprenditore, nessuna famiglia italiana possa accettare che la legalità venga trasformata in criminalità con un semplice decreto", è il commento di Canapa Sativa Italia, associazione che ha la lanciato la petizione europea. 

"Con questa norma, tutti noi siamo ora passibili di procedimenti penali e misure cautelari, solo per aver svolto un’attività fino a ieri perfettamente lecita e riconosciuta dallo Stato. È uno schiaffo alla dignità del lavoro, una lesione gravissima della fiducia tra cittadino e istituzioni", evidenziano da ICI, l'associazione Imprenditori Canapa Italia. 

Ma anche Confagricoltura, CIA e Coldiretti non ci stanno e chiedono al governo un tavolo di confronto urgente. Confagricoltura, ad esempio, "esprime forte preoccupazione in merito ai contenuti del Decreto Stralcio, che rischia di paralizzare l’intero comparto, lasciando migliaia di aziende agricole nell’incertezza e impedendo la pianificazione delle attività per la stagione ormai imminente. Inoltre, si aggiungerebbero i rischi sanzionatori della legge 309/90 per le aziende agricole che hanno ancora in magazzino materiale vegetale della precedente stagione".

Cosa succede al CBD?

Anche il CBD sarà coinvolto dalla nuova disposizione di legge e, secondo l'avvocato Bulleri, quello prodotto da infiorescenze diventerebbe illegale. "Gli oli al CBD ottenuti da fiore in qualunque forma, diventano illegali», ha spiegato l’avvocato a Dolce Vita, «ma così non è per quelli ottenuti da altre altre parti della pianta (ad esempio le foglie) o per quello sintetico». Questo accade perché il decreto vieta "l’importazione, alla lavorazione, alla detenzione, alla cessione, alla distribuzione, al commercio, al trasporto, all’invio, alla spedizione, alla consegna, alla vendita al pubblico e al consumo di prodotti costituiti da infiorescenze di canapa, anche in forma semilavorata, essiccata o triturata, o contenenti tali infiorescenze, compresi gli estratti, le resine e gli oli da esse derivati…".

Sul CBD resta aperta la questione al Tar, dopo l'udienza del 16 dicembre scorso, dove è attesa la sentenza sul decreto del ministero della Salute, che voleva inserire il cannabinoide tra i farmaci stupefacenti. 

 

7 aprile 2025
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