Pubblichiamo qui di seguito un "ultimatum" di LapianTiamo, associazione di malati che lottano per avere il diritto di coltivare la cannabis terapeutica, scritto da Andrea Trisciuoglio (nella foto sotto) che racconta la sua futura visita in Parlamento ad alcuni Senatori che l'hanno invitato, come l'unico mezzo per far sentire "il fiato sul collo alle istituzioni".
Dopo i numerosissimi contatti con le istituzioni parlamentari per richiedere autorizzazione ad avviare quel progetto pilota per la produzione di cannabis terapeutica che già legiferò la regione Puglia lo scorso 22 luglio;
Dopo le reiterate disobbedienze civili che ci vedevano piantare cannabis per la prima volta al mondo in quel palazzo che andrò a visitare.
E questo per dire che ne è trascorso di tempo dalla nascita LapianTiamo (29 gen. 2013) e da allora la lista delle persone che non ci son più aumenta a dismisura.
Questo per dirvi che i tempi di noi malati (non più in grado di aspettare) sono diversissimi da quelli della politica.
Ed è per questo che il nostro nome LAPIANTIAMO assume il significato "MO' BASTA!!!"
SI': basta ai troppi proibizionismi che ledono i diritti di noi malati. La succitata legge regionale pugliese riceveva approvazione all'unanimità: questo significa che nessuna forza politica si e' mai permessa di ostacolare quanto veniva realizzato dai malati LapianTiamo. E' ciò che chiederò alla politica.
Mercoledì 10 dicembre sarò al Senato della Repubblica per portare, come più volte affermato, il mio corpo malato al cuore della politica. E per questo sarò li per tentare di far sentire il mio fiato sul collo alle istituzioni che ancora non autorizzano quanto da lapiantiamo creato.
Spero di dare la massima visibilità a questo incontro che si farà al gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle con i senatori Ciampolillo e Airola che ci hanno spalancato le porte del parlamento per continuare ad affermare i nostri diritti. Oggi parlando con alcune realtà antiproibizioniste abbiamo condiviso l'urgenza di essere ancora una volta presenti nel Palazzo per far sentire ancora che ci siamo. Convinto che una voce singola (la mia) rischierebbe di non essere ascoltata, ma un coro di voci assordante verrá ascoltato pure dalle istituzioni più sorde.
Andrea Trisciuoglio