Nuova conferma: dove la cannabis medica viene resa legale cala il consumo di oppioidi, in questo caso nei pazienti oncologici, una categoria di persone che ha bisogno di antidolorifici nel proprio percorso di cura.
Il punto di partenza secondo i ricercatori che hanno effettuato lo studio e che provengono da diverse istituzioni mediche di New York è che: "Nell'ultimo decennio si è assistito a una rapida diminuzione degli oppioidi somministrati ai pazienti con cancro attivo, con un contemporaneo aumento dell'uso di marijuana tra i sopravvissuti al cancro, forse associato alla legalizzazione della cannabis medica negli Stati".
I punti chiave dello studio
Domanda. La legalizzazione della cannabis medica è associata agli esiti legati agli oppioidi e al dolore per i pazienti adulti con nuova diagnosi di cancro e sottoposti a trattamento antitumorale?
Risultati. Questo studio trasversale su 38.189 pazienti con nuova diagnosi di cancro al seno, 12.816 con cancro al colon-retto e 7.190 con cancro ai polmoni ha rilevato che la legalizzazione della cannabis medica attuata tra il 2012 e il 2017 è stata associata a una riduzione relativa del 5,5% al 19,2% del tasso di somministrazione di oppioidi.
Significato.La cannabis medica potrebbe fungere da sostituto delle terapie con oppioidi in alcuni pazienti adulti sottoposti a trattamento oncologico; studi futuri dovranno chiarire la natura delle associazioni e le implicazioni per i risultati dei pazienti.
Cannabis per ridurre gli oppioidi: io risultati dello studio
Nello studio pubblicato su JAMA Oncology, che è la pubblicazione dell'American Medical Association dedicata alle patologie oncologiche, i ricercatori scrivono che: "L'analisi ha incluso 38.189 pazienti con nuova diagnosi di cancro al seno (38.189 donne [100%]), 12.816 con cancro al colon-retto (7100 uomini [55,4%]) e 7.190 con cancro ai polmoni (3.674 donne [51,1%]). La legalizzazione della cannabis medica è stata associata a una riduzione del tasso di 1 o più giorni di assunzione di oppioidi dal 90,1% all'84,4% (differenza di 5,6 [95% CI, 2,2-9,0] punti percentuali; P = .001) tra i pazienti con cancro al seno con assunzione recente di oppioidi, dall'89,4% all'84. 4% (differenza, 4,9 [95% CI, 0,5-9,4] punti percentuali; P = .03) tra i pazienti con cancro del colon-retto con oppioidi recenti, e dal 33,8% al 27,2% (differenza, 6,5 [95% CI, 1,2-11,9] punti percentuali; P = .02) tra i pazienti con cancro del polmone senza oppioidi recenti. La legalizzazione della marijuana medica è stata associata a una riduzione del tasso di 1 o più eventi ospedalieri correlati al dolore dal 19,3% al 13,0% (differenza, 6,3 [95% CI, 0,7-12,0] punti percentuali; P = .03) tra i pazienti con tumore polmonare con oppioidi recenti.
Oppioidi in Usa: oltre 550mila morti in 21 anni
70,168. È il numero di persone morte per overdose da oppioidi negli Stati Uniti nel 2020, con un aumento del 37% rispetto all’anno precedente, secondo un rapporto pubblicato su Lancet. Secondo lo studio, dal 1999 al 2020 i decessi dovuti alla prescrizione e alla non prescrizione di oppioidi sono aumentati di oltre otto volte negli Stati Uniti, con più di 550mila morti in un periodo di 21 anni.
Secondo il report, in assenza di interventi, potrebbero esserci più di 1,2 milioni di morti per oppiacei negli Stati Uniti e in Canada entro il 2029.
Cannabis al posto degli oppiacei nel trattamento del dolore, gli altri studi
In uno studio pubblicato di recente su su Substance Use & Misuse circa il 90% degli oltre 2.100 partecipanti all’indagine ha dichiarato che la cannabis era “molto” o “estremamente” utile nel trattamento di condizioni mediche, tra cui ansia, dolore cronico, depressione, insonnia e disturbo da stress post-traumatico, mentre l’88,7% ha detto che era importante per la qualità della vita.
Degli oltre tre quinti dei partecipanti all’indagine che assumevano oppioidi – compresi ossicodone e codeina – prima che venisse loro prescritta la cannabis terapeutica, il 79% è stato in grado di interromperne o ridurne l’uso una volta iniziato.
Quasi l’86% ha dichiarato che ha aiutato a ridurre il dolore e l’84% ha detto che il dolore non interferivacon le normali attività sociali come prima di iniziare a prendere la marijuana terapeutica.I maggiori effetti collaterali, secondo i ricercatori dell’Emerald Coast Research e del Florida State University College of Medicine, sono stati secchezza delle fauci, aumento dell’appetito e sonnolenza.
In uno studio su 40 pazienti che soffrono di dolore cronico da osteoartrite l’assunzione media giornaliera di oppiacei, misurata in milligrammi equivalenti di morfina, è diminuita da 18 a 10 in 6 mesi. I ricercatori del Sidney Kimmel Medical College della Thomas Jefferson University di Filadelfia, USA, hanno anche scoperto che il 38% ha ridotto a 0 il consumo di oppioidi. Lo studio è stato pubblicato su Cureus con il titolo “Medical Cannabis Use Reduces Opioid Prescriptions in Patients With Osteoarthritis”.
Negli stati dove la cannabis per uso ricreativo o medico è legalizzata le morti per overdose causati dagli oppiacei diminuiscono fino al 35%. Questa la scoperta della rivista Economic Inquiry che in un recente studio, “The Effects of recreational marijuana legalization and dispensing on opioid mortality”, ha fatto il punto sull’accesso alla cannabis legale negli Stati Uniti, evidenziando appunto un calo fino al 35% dei morti fra i consumatori abituali di medicinali a base di oppio. Per gli autori il motivo è da ricercare nell’auto-trattamento, cioè nell’uso totalmente autonomo di cannabis per alleviare il dolore al posto dei derivati dall’oppio e il nesso causale tra la cannabis legale e la riduzione delle morti è risultato essere “molto forte”.
Redazione di Cannabisterapeutica.info