L’incidenza del tumore al polmone è in crescita ed è la principale causa di morte da cancro. Il fumo di sigaretta resta il fattore di rischio più incidente per lo sviluppo di queste patologie, rischio determinato anche da predisposizione genetica ed esposizione a sostanze dannose per motivi professionali o per inquinamento.
I tumori polmonari si dividono in tumori solidi non a piccole cellule, tipologia più comune, e tumori a piccole cellule.
Tumore al polmone: sintomi e trattamenti
Viene sospettato clinicamente nel caso in cui si manifestino sintomi tipici di una patologia oncologica di questo tipo: tosse cronica, importante dimagrimento senza un’apparente spiegazione, stanchezza, oppressione toracica e/o dolore. Il sospetto è più forte se il/la paziente fuma, ha parenti affetti o vive/lavora in un ambiente a rischio. La diagnosi viene fatta in base a radiografia/TC torace e biopsia.
Spesso accade che la malattia venga scoperta quando già in fase avanzata. L’intervento terapeutico può essere chirurgico e/o farmacologico, in base al tipo di tumore e allo stadio alla diagnosi.
Tumore al polmone non a piccole cellule: le potenzialità della cannabis
Sono stati condotti studi interessanti, sia in vitro che sull’uomo, sull’utilizzo di fitocannabinoidi per il trattamento di tumori non a piccole cellule ed i risultati sono stati incoraggianti in entrambe le tipologie di studio. Sono state evidenziate: diminuita proliferazione e migrazione cellulare, aumentata apoptosi, diminuita crescita tumorale e metastatizzazione, diminuita formazione di nuovi vasi sanguigni da parte delle cellule tumorali ed un’aumentata aspettativa di vita.
Molti di questi effetti sono conseguenti all’attivazione del recettore CB2, il recettore cannabico più legato alle funzioni immunitarie.
Sono comunque dati preliminari che devono essere confermati con ulteriori studi sull’uomo.
Per contro nelle patologie oncologiche in generale è dimostrato che i cannabinoidi sono efficaci nel contrastare gli effetti collaterali da chemioterapici, il dolore e lo stato depressivo che possono aggravare queste condizioni cliniche.
Dottoressa Valentina Florean, responsabile del monitoraggio clinico di Clinn (www.clinn.it)