Integrare la cannabis nella propria alimentazione porta grandi benefici
Con questo articolo dedicato alle proprietà nutrizionali della cannabis iniziamo la nostra collaborazione con la dottoressa Federica Calcagnoli, biologa nutrizionista occupa di nutrizione clinica con particolare esperienza nella gestione di malattie autoimmuni, dismetabolismi, disturbi del tratto
gastro-intestinale e dell’asse microbiota-cervello. Crede molto nella gestione multidisciplinare del paziente, secondo un approccio terapeutico integrato. Insieme ad altre figure medico-sanitarie, ha recentemente fondato l’Associazione Scientifica Fibromialgia con finalità di ricerca, formazione e divulgazione.
Fino al secondo Dopoguerra, l’Italia era il secondo produttore al mondo di Cannabis sativa, seconda solo all’Unione Sovietica. Successivamente, il movimento proibizionista che si è mosso per anni intorno alla Cannabis sativa, per via della sostanza psicoattiva Δ-9-Tetraidrocannabinolo (THC) nelle infiorescenze e nella loro resina, ha mascherato le proprietà terapeutiche di questa pianta, la sua versatilità di uso in settori quali quello edilizio, tessile, cosmetologico, nonché i suoi valori nutrizionali in cucina. La rinascita di questa coltura è arrivata nel 2016 con una legge che autorizza la coltivazione di semi certificati che producono varietà con tenore di THC, inferiore a 0,2%, con una tollerabilità che arriva a 0,6%, perché la concentrazione di principi attivi dipende anche dalle caratteristiche del suolo e dalle condizioni climatiche. Si tratta della cosiddetta “canapa industriale”.
Inizialmente considerato un sottoprodotto dell'industria delle fibre tecniche di canapa, il seme di canapa è oggi comunemente affermato come una delle fonti alimentari più complete dal punto di vista delle proprietà nutrizionali grazie ai suoi alti tratti nutritivi. Non solo un semplice ingrediente, ma un vero e proprio superfood!
Come mangiare la cannabis
Può essere consumato tal quale o decorticato. I semi pelati hanno un sapore che sa leggermente di noci, mentre una tostatura leggera conferisce un gusto saporito e un tocco extra croccante a molti piatti. Possono essere consumati come un'alternativa
alla frutta secca oleosa su insalate, macedonie, yogurt o dessert, oppure macinati, fungendo da farina proteica priva di glutine, per arricchire impasti, o sotto forma di olio o bevanda vegetale priva di lattosio e colesterolo, ottimo in caso di regimi alimentari vegetariani e vegani. In particolare, la farina, ottenuta macinando i semi dopo l’estrazione dell’olio, apporta il 20% in meno di calorie rispetto alla farina di frumento di tipo 00 e ha anche un indice glicemico ed un carico glicemico nettamente inferiore.
Le proprietà nutrizionali della canapa alimentare
Nonostante alcuni studi abbiano evidenziato un'elevata variabilità nella composizione dei semi di canapa in base ai genotipi e ai fattori ambientali, questi contengono tipicamente il 25-35% di lipidi con composizione di acidi grassi unica e perfettamente bilanciata, caratterizzata da una quantità superiore all'80% di acidi grassi polinsaturi (PUFA), con un rapporto omega 6:omega 3 di 3:1, che è quello più vicino alla proporzione ideale di 4:1 (fino a 6:1) consigliata dalla stessa OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità). I semi di canapa contengono, inoltre, 20–25% di proteine facilmente digeribili e ricche di tutti gli aminoacidi essenziali; 20- 30% di carboidrati, gran parte dei quali sono costituiti da fibre alimentari, principalmente insolubili, che lo rendono un alimento ideale per il mantenimento dell’eubiosi del microbiota, per la regolarità intestinale e l’ottimizzazione del metabolismo glucidico e lipidico.
Sono ricchi di minerali quali potassio, magnesio, ferro e zinco, mentre per quanto riguarda le vitamine sono presenti prevalentemente i tocoferoli (vitamina E) ad elevata attività antiossidante, essenziali per proteggere i PUFA dall'ossidazione.
Visto il potenziale nutraceutico sinergico tra azione anti-infiammatoria, anti-ossidante e metabolica, diversi studi hanno presentato evidenze circa gli effetti protettivi e benefici dell'integrazione alimentare dei semi di canapa e dei suoi derivati soprattutto su malattie infiammatorie, autoimmuni, cronico-degenerative e neurodegenerative.
Cannabis alimentare e fibriomialgia
In questo quadro clinico si inserisce, purtroppo, anche la sindrome fibromialgica, la cui sintomatologia è legata ad un generalizzato stato infiammatorio, spesso associato a disturbi gastro-intestinali e a potenziale danno mitocondriale, con
conseguente elevato stress ossidativo e disfunzione del metabolismo energetico. Ecco che l’utilizzo in cucina di semi di canapa e loro derivati può essere una scelta dietetica funzionale da inserire tra le strategie terapeutiche personalizzate.