I ricercatori dell'Università di Palo Alto in California hanno da poco pubblicato una revisione di diversi studi scientifici per riassumere lo stato dell'arte della ricerca su cannabis e disturbi del sonno analizzando le pubblicazioni dal 2014 ad oggi.
Secondo i ricercatori gli studi preliminari su cannabis e insonnia suggeriscono che il cannabidiolo (CBD) possa avere un potenziale terapeutico per il trattamento dell'insonnia. Il tetraidrocannabinolo (THC) può ridurre la latenza del sonno, ma può compromettere la qualità del sonno a lungo termine. Nuovi studi su cannabinoidi e apnea ostruttiva del sonno suggeriscono che i cannabinoidi sintetici come il nabilone e il dronabinolo possono avere benefici a breve termine per l'apnea notturna a causa dei loro effetti modulatori sulle apnee mediate dalla serotonina. Il CBD può essere efficace nei disturbi del sonno REM e nell'eccessiva sonnolenza diurna, mentre il nabilone (THC sintetico) può ridurre gli incubi associati al disturbo post traumatico da stress e può migliorare il sonno tra i pazienti con dolore cronico.
Insomma, secondo i ricercatori di Palo Alto: "La ricerca sulla cannabis e sul sonno è agli inizi e ha prodotto risultati contrastanti. Ulteriori studi controllati e longitudinali sono fondamentali per migliorare la nostra comprensione della ricerca e delle implicazioni cliniche".
Recenti ricerche hanno dimostrato che il sistema endocannabinoide endogeno è coinvolto nella regolazione del ritmo circadiano sonno-veglia, incluso il mantenimento e la promozione del sonno. In particolare, è stato ipotizzato che il sistema endocannabionide funga da collegamento tra i sistemi di regolazione circadiani ed i processi comportamentali e fisiologici che sono interessati, incluso il sonno.
Nelle conclusioni i ricercatori sottolineano che un ampio studio ha dimostrato che i problemi relativi al sonno aumentano la possibilità di utilizzo o riutilizzo della cannabis, e che il sonno disturbato è un sintomo ricorrente che può durare mesi dopo un tentativo di cessazione. I lavori che esaminano l'impatto dell'intera pianta di cannabis sul sonno hanno dato risultati contrastanti, con alcuni studi che dimostrano che l'uso di cannabis è associato ad una diminuzione della latenza di insorgenza del sonno e al risveglio dopo l'insorgenza del sonno, mentre altri lavori non hanno prodotto risultati simili notando però un aumento del sonno ad onde lente e una diminuzione del REM. Questi risultati contrastanti sono probabilmente dovuti alla natura eterogenea di tutta la cannabis vegetale e le diverse composizioni nelle genetiche.
La maggior parte degli studi che hanno esaminato l'impatto dei cannabinoidi sul sonno sono stati fatti nel contesto delle condizioni di dolore cronico. Una revisione degli studi clinici di fase I e II ha suggerito che un rapporto THC / CBD 1: 1 (Sativex) è stato associato a miglioramenti del sonno tra i pazienti con condizioni di dolore cronico. Al di fuori di quest'area di ricerca, il lavoro che esamina l'associazione dei cannabinoidi con il sonno è stato relativamente limitato, il che rende difficile trarre conclusioni in questa fase iniziale della ricerca.
Tuttavia, il ruolo del sistema endocannabinoide sul sistema di regolazione circadiano dimostra la connessione teorica tra i cannabinoidi e il sonno ed i ricercatori sono convinti che siano necessarie ricerche future per continuare a esaminare l'impatto di specifici cannabinoidi sul sonno. All'interno di questi studi, è fondamentale esaminare l'impatto dei cannabinoidi, la dose e i tempi di somministrazione.