Intervista al consigliere dell'associazione Luca Coscioni
Andrea Trisciuoglio è il consigliere generale dell’Associazione Luca Coscioni. Da circa 9 anni combatte in favore della cannabis per uso terapeutico e solo successivamente, nel 2006, gli è stata diagnosticata la sclerosi multipla. Questo episodio ha dato ad Andrea maggiore forza e decisione nella lotta quotidiana per favorire l’uso terapeutico di questa pianta nonché nell’autoproduzione per chi ne necessita, portando il suo caso come esempio.
Ciao Andrea, innanzitutto raccontaci come ti sei avvicinato all’associazione Luca Coscioni...
Dal mio corpo malato al cuore della politica. Conobbi Luca Coscioni quando era presidente di Radicali Italiani. Quel Luca che, ad ogni suo discorso, con quella voce metallica del sintetizzatore vocale, forte della sua debolezza, riusciva a far alzare tutti i congressisti. Solo successivamente, il 20 febbraio 2006 mi diagnosticarono la sclerosi multipla (SM). Già, proprio il 20 febbraio 2006, data in cui morì Luca. Luca Coscioni era morto, le sue battaglie no. Per me da quel giorno, per una tragica casualità, quelle idee diventarono ancora più forti. Iniziai a contattare vari altri malati di SM a cui domandavo quali terapie seguissero e soprattutto quali effetti collaterali i farmaci utilizzati provocassero. Mi interessava anche sapere come ci si cura oltre confine. Fu allora che iniziai a sentir parlare di cannabis terapeutica e dei tanti effetti benefici che offriva.
Parlaci un po’ dell’associazione e del suo contributo dato in questi anni alla cannabis terapeutica
Vista la bassissima incidenza di effetti collaterali iniziai una lotta politica per affermare il mio diritto a curarmi legalmente con i farmaci cannabinoidi. E’ una vergogna che si incontrino tantissime difficoltà a curarsi se la terapia (il THC è dal 2007 in tabella II sez. B) è con farmaci che contengano la parola cannabis. La mia lotta contro la sclerosi multipla per la cannabis terapeutica diventava la lotta di tanti altri pazienti. La legge Fini-Giovanardi regolamenta l’accesso alla canapa con pesantissime pene per chi coltiva canapa (da 6 a 20 anni di carcere); troppe persone (non solo malati) oneste e integerrime sono state criminalizzate proprio per questo motivo. Proprio per fermare questa follia proibizionista abbiamo portato il nostro corpo malato al cuore della politica. E insieme all’Associazione Luca Coscioni e a Rita Bernardini, già deputata nella scorsa legislatura, abbiamo iniziato una battaglia antiproibizionista affinché tutti i pazienti nel nostro Paese potessero accedere al farmaco senza difficoltà.
Quali sono le principali difficoltà che riscontrano i pazienti per ottenere questo farmaco? E quali mezzi mettete a disposizione per superarle?
Arrivare a questo farmaco è un vero e proprio calvario, una meta irraggiungibile per molti, quasi per tutti! La sola alternativa è coltivare la canapa in casa, attualmente considerata attività illegale in Italia. Dalla prepotente urgenza delle persone malate nasce, nel 2013 LapianTiamo, il primo Cannabis Social Club d’Italia (CSC).
In Italia sono pochi i medici che prescrivono la cannabis terapeutica. Sono poco informati in merito o è colpa dei pregiudizi che ruotano attorno a questa pianta?
Entrambe le cose.
Insieme a Lucia Spiri hai aperto il primo CSC d’Italia, dal 15 gennaio 2013. Come sta andando, avete riscontrato particolari problemi?
Non bisogna avere dolori lancinanti o sofferenze per affermare il tuo diritto alla salute. La strada da fare è purtroppo in salita e poi c’è chi ci mette anche bastoni sul percorso rendendolo ancora più difficoltoso per chi già vive i calvari della malattia.
Negli ultimi anni ho notato una maggiore presa di coscienza della gente sulla cannabis e i vari possibili usi. Cosa ne pensi?
Occorre che la politica prenda coscienza della scienza e cioè che è provato l’uso terapeutico della cannabis. E che abbandoni l’ipocrisia da Palazzo e non abbandoni i malati.
L’associazione regala 3 semi di cannabis a chi fa una donazione, ci sono state molte adesioni? State ottenendo i risultati desiderati?
Le adesioni ci sono come puoi vedere anche sulla pagina facebook ‘cannabis terapeutica’ dove gli utenti sono molto empatici e partecipativi.
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Ironicamente mi vien da dire che se è da qualche anno che noti maggiore attenzione al tema cannabis è perché è da allora che curo la mia patologia con canapa e non posso starmene zitto sui tantissimi benefici che la canapa m’ha creato. Ma ora ho bisogno di te, si proprio di te che mi stai leggendo.