La cannabis fa bene anche agli animali e l’uso medico dei cannabinoidi sugli animali domestici si sta diffondendo sempre di più. Anche se mancano sufficienti ricerche in ambito veterinario si può ipotizzare che le condizioni patologiche trattabili siano analoghe a quelle degli umani. Ne abbiamo parlato in questo articolo dove si racconta di animali vecchi o malati che ottengono appetito, sollievo dal dolore, miglior riposo e maggiore mobilità con l’assunzione di cannabinoidi. In quest’altro articolo abbiamo raccontato di uteriori risultati terapeutici interessanti e di Canna-Pet, il primo farmaco a base di CBD per animali domestici ufficialmente approvato dall’autorità di controllo statunitense.
Oggi i farmaci e gli integratori alimentari per animali a base di cannabidiolo si sono moltiplicati, e in alcuni casi si sono scoperte delle frodi, come abbiamo visto in questo articolo sulle ispezioni della FDA nei confronti di prodotti parafarmaceutici contenenti cannabinoidi. Fra questi prodotti, proprio Canna-Pet si è rivelato totalmente negativo alle analisi sui cannabinoidi. Un errore delle aziende produttrici o una truffa sulla pelle di cani e gatti alla quale le aziende hanno dovuto rimediare per non essere escluse dal ricco mercato statunitense.
Numerosi proprietari di animali domestici, ma anche di animali da fattoria come i cavalli, hanno cominciato da tempo a somministrare cannabis agli animali malati, realizzando così una discreta aneddotica su dosaggi e risultati, alla quale però non corrisponde ancora una opinione ufficiale delle associazioni di veterinari e tanto meno studi clinici attendibili. Se nel caso del cannabidiolo non ci sono effetti collaterali da tenere in considerazione, la somministrazione, volontaria o accidentale, combinata con THC ha prevedibilmente dimostrato alcuni episodi avversi, soprattutto nei cani, che possiedono un elevato numero di recettori cannabinoidi nel cervello. Si è quindi acceso il dibattito e alcuni veterinari ritengono che la cannabis possa aiutare a mantenere decorosamente in vita per alcuni mesi un animale altrimenti destinato ad essere soppresso a causa delle sofferenze causate da vecchiaia e malattia. Doug Kramer, il veterinario americano in testa alla campagna per le cure compassionevoli rivolte agli animali domestici, considera però una violenza far respirare fumo agli animali e sottolinea che l’eventuale somministrazione di cannabinoidi va eseguita solamente con prodotti per via orale.
Ora, dopo la cannabis medica legale in 23 Stati nordamericani oltre al Canada, i legislatori stanno cominciando a regolamentare anche la cannabis veterinaria. È il caso del Nevada, che all’interno della nuova proposta per il miglioramento della legge sulla cannabis terapeutica ha recentemente introdotto un capitolo sui cannabinoidi ad uso veterinario. La legge prevede che il proprietario di animali possa somministrare cannabinoidi anche potenzialmente psicoattivi sotto prescrizione di un veterinario per “mitigare i sintomi e gli effetti di condizioni mediche croniche o debilitanti”. Questa legge prende in considerazione in particolare la cannabis medicinale come cura palliativa per malattie terminali. Intanto, sul fronte parafarmaceutico e degli integratori alimentari, dopo Canna-Pet è nata un’altra azienda che ha fiutato il business miliardario della cannabis per animali: la Canna Companion, con nuovi prodotti alimentari per cani e gatti contenenti canapa industriale a tasso di THC inferiore allo 0,3%.
Stefano Mariani