Maria Durante è affetta dalla nascita dalla fibromialgia, una sindrome caratterizzata da dolore muscolare cronico diffuso associato a rigidità muscolare. "Nessuno per anni si è accorto del problema è i miei muscoli hanno smesso di proteggere le ossa, si sono irrigiditi e premono sui nervi", ha raccontato la donna al Tg3.
Dopo aver passato 2 anni a letto prendendo antiepilettici e psicofarmaci, con conseguenze devastanti sul sistema nervoso e motorio, ha sentito parlare della cannabis.
Per procurarsela è andata in Olanda dove, dopo le opportune visite mediche ha ottenuto la prescrizione medica e ha acquistato il farmaco, avendo la possibilità, viste le ragioni mediche, di portarlo in Italia. Ha scoprendo che la cannabis poteva aiutarla a darle sollievo e che è l'unico farmaco in grado di farla sentire meglio. Oggi quella che era riuscita ad acquistare è terminata e il problema è che il suo medico si rifiuta di prescriverla.
"Nonostante mi segua e abbia constatato che la cannabis può sostituire i farmaci, dopo che ha monitorato le mie condizioni per più di tre mesi nei quali assumevo appunto cannabis e non farmaci, ed abbia constatato che miglioro più in fretta di prima, si rifiuta di prescrivermela", ha puntualizzato.
Secondo Vidmer Scaioli, neurologo dell'Istituto Besta di Milano, "il non aver mai fatto sperimentazione clinica su pazienti di farmaci a base di cannabinoidi in Italia, ha impedito alla comunità medica e agli operatori sanitari di conoscere le proprietà terapeutiche della sostanza".
Ed è della stessa opinione anche il professor Giovanni Ambrosetto del dipartimento di Neurologia dell’Università di Bologna, secondo il quale: "Il vero problema è che in Italia non che cultura sulla cannabis in medicina”.